Traducción y creación poética en los inicios del Modernismo español

Abstract

Esta tesis agrupa a una serie de traductores y poetas andaluces que desarrollaron su obra literaria durante finales del siglo XIX y principios del XX, con el objetivo de atender al significado histórico de sus poemas traducidos y originales, a la vez que rastrear sus fuentes poéticas extranjeras y recuperar toda su producción traductora para valorar cómo la presencia de la traducción altera el sistema literario. Así, se ha estudiado a Guillermo Belmonte Müller (1851-1929), José de Siles (1856-1911), Manuel Reina (1856-1905) y Marcos Rafael Blanco Belmonte (1871-1936), destacando también la importancia de Salvador Rueda (1857-1933), que, sin llegar a ser un traductor, juega un papel fundamental en la recepción de las nuevas corrientes poéticas francesas en otra dirección: difunde y da a conocer la poesía simbolista-decadentista para mostrar el sinsentido y la falta de gusto de la misma, reafirmándose con el tiempo en una postura radicalizada que lamenta el trasvase lírico de Francia a España y la falta de originalidad de la poesía hispánica. Los poetas-traductores, que comparten la provincia de Córdoba como lugar de nacimiento y formación literaria, favorecen la introducción de obras, autores y temas de la literatura extranjera en un momento de disputas estéticas y cambios sociales. De ahí que en la investigación se reflexione sobre los orígenes del Modernismo español y se ponga en duda el término «premodernista» para definir a unos poetas que hacen sonar su lira desde la modernidad poética que encuentran en Francia, a la vez que sienten una afinidad estética con los autores parnasianos, simbolistas y decadentistas. En relación a esto último, los poetas entienden que su obra original no se completa sin sus traducciones, lo que explica que mezclen obra original y traducida en un mismo libro, como hacen Siles, Reina y Blanco Belmonte: un síntoma del traductor moderno que elige qué traduce, que selecciona un poema porque reconoce en la palabra poética de un autor la suya propia. Entendiendo que el traductor también es un creador (Lafarga y Pegenaute, 2016), que desde la traducción se manipula un sistema literario (Hermans, 1985; Bassnett y Lefevere, 1990; Lefevere, 1992; Gallego Roca, 1996), se puede reconocer que la escritura poética de los autores aquí estudiados cumple la función de asimilar modelos literarios de fuera de España. La investigación, por tanto, atiende a un proceso de manipulación literaria, de «reescritura», en el que los traductores intervienen desde sus libros de poesía original, pero también desde la publicación de antologías de poesía traducida y revistas literarias donde cobra especial protagonismo la traducción. Así, siendo la antología creadora de cánones (Guillén, 2013), Siles da a la imprenta La lira nueva (1895) y una ampliación de la misma en la segunda edición de El Diario de un poeta (1905), y Blanco Belmonte hace lo propio con La poesía en el mundo ([1907]). De la misma manera, siendo la prensa el primer medio de comunicación y el principal instrumento ideológico (Palenque, 1998), Belmonte Müller funda La Lira Española (1872-1873), Reina dirige La Diana (1882-1884) y Blanco Belmonte es redactor y principal traductor de La Moda Elegante (desde 1900 hasta 1920) y dirige la hoja literaria «La vida en el hogar» de El Imparcial (1906-1909); en esta dinámica también se sitúa Salvador Rueda al dirigir La Gran Vía (desde 1894 a 1895). En definitiva, esta tesis pretende recuperar la voz lírica de unos poetas que ocupan el espacio de una nota a pie de página en la historia literaria española, y rescatar de un olvido injustificado la expresión de modernidad poética que encierran tanto sus obras originales como sus traducciones, porque confirman una nueva sensibilidad estética en la poesía española finisecular.

Questa tesi di dottorato si centra su una serie di traduttori e poeti andalusi che hanno prodotto la loro opera letteraria tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, e si propone di sviscerare il significato storico del loro lavoro letterario, sia quello di creazione originale che quello di traduzione, di individuare le loro fonti poetiche straniere e di recuperare tutti i loro lavori di traduzione, al fine di valutare in che modo l’attività traduttiva altera il sistema letterario. Gli autori presi in esame sono Guillermo Belmonte Müller (1851-1929), José de Siles (1856-1911), Manuel Reina (1856-1905) e Marcos Rafael Blanco Belmonte (1871-1936), sottolineando anche l’importanza di Salvador Rueda (1857-1933), che, pur non essendo un vero e proprio traduttore, svolge un ruolo fondamentale nella ricezione delle nuove correnti poetiche francesi, anche se in un’altra direzione: diffonde e divulga la poesia simbolista-decadentista con l’intento di mostrarne l’insensatezza e la mancanza di gusto, riaffermandosi successivamente su posizioni radicali fortemente critiche rispetto alla dirompente influenza lirica della poesia francese su quella spagnola, e alla mancanza di originalità della poesia ispanica. I poeti-traduttori, tutti originari della provincia di Cordova e formatisi nello stesso ambito territoriale, introducono opere, autori e tematiche della letteratura straniera in un momento di controversie estetiche e cambiamenti sociali. Pertanto, parte della riflessione di questo lavoro di ricerca verte sulle origini del Modernismo spagnolo, mettendo in discussione il termine «premodernista» per definire quei poeti che intonano la loro lira sugli accordi di una modernità poetica proveniente dalla Francia e che contemporaneamente sentono affinità estetiche con gli autori parnassiani, simbolisti e decadentisti. Riguardo a questo aspetto, questi poeti considerano le traduzioni da loro realizzate come un complemento indispensabile delle loro opere originali, e questo spiega perché in uno stesso libro scelgano di inserirle entrambe, come avviene nel caso di Siles, Reina e Blanco Belmonte: un’attitudine propria del traduttore moderno, che oltre a scegliere cosa tradurre, seleziona una poesia perché riconosce nella parola poetica di un autore la sua stessa voce. Se consideriamo che il traduttore è anche un creatore (Lafarga y Pegenaute, 2016), e che attraverso la pratica traduttiva si condiziona il sistema letterario (Hermans, 1985; Bassnett y Lefevere, 1990; Lefevere, 1992; Gallego Roca, 1996), è possibile comprendere come la scrittura poetica degli autori presi in esame in questo lavoro svolga il ruolo di assimilare modelli letterari allogeni. La ricerca, quindi, si centra sui processi di manipolazione letteraria, di «riscrittura», in cui i traduttori intervengono non solo attraverso i loro libri di poesie originali, ma anche attraverso la pubblicazione di antologie di poesie tradotte e di riviste letterarie in cui le traduzioni rivestono un ruolo protagonista. Tenendo presente che le antologie sono strumenti per creare il canone letterario (Guillén, 2013), risulta significativo che Siles pubblichi La lira nueva (1895) e una sua successiva ampliazione nella seconda edizione di El Diario de un poeta (1905), e che lo stesso faccia Blanco Belmonte con La poesía en el mundo ([1907]). Inoltre, considerando che la stampa era il principale mezzo di comunicazione e anche il maggiore strumento per la propagazione di un’ideologia (Palenque, 1998), è rilevante constatare che Belmonte Müller fonda La Lira Española (1872-1873), Reina dirige La Diana (1882-1884) e Blanco Belmonte partecipa come redattore e principale traduttore de La Moda Elegante (dal 1900 al 1920), otre a dirigere la sezione letteraria «La vida en el hogar» di El Imparcial (1906-1909); nella stessa ottica si può considerare Salvador Rueda, quando dirige La Gran Vía (dal 1894 al 1895). Per concludere, questa tesi si propone di recuperare la voce lirica di alcuni poeti che di solito non occupano più di una nota a piè di pagina nella storia letteraria spagnola, riscattando da un oblio ingiustificato l’espressione della modernità poetica racchiusa sia nelle loro opere originali che nel loro lavoro di traduzione, poiché entrambi rendono testimonianza dell’esistenza di una nuova sensibilità estetica nella poesia spagnola di fine secolo.